Questo piatto, per gli intenditori, è una vera leccornia e autentico caposaldo della cena della Viglia di Natale in Campania e in molte regioni del Sud. Il capitone è l'anguilla femmina dalle carni piuttosto grasse e dal sapore forte. Può essere conservato marinato, soprattutto se si tiene conto che l'aceto e l'alloro smorzano molto l'odore e il sapore forte del capitone fritto. Questo incredibile animale ha ispirato la fantasia di molti scrittori e registi che hanno raccontato con estrema comicità il “rito” della sua uccisione.
INGREDIENTI (dosi per sei persone)
- 2 capitoni grandi
- 1 cl. di aceto di vino (per la marinatura)
- 3 foglie di alloro
- olio di semi di girasole per friggere
- sale q.b.
PREPARAZIONE
Sciacquate con molta cura in acqua fredda corrente i capitoni che vi siete fatti uccidere e tagliare a pezzi dal pescivendolo. Asciugateli bene con carta assorbente e friggeteli, pochi alla volta, in una padella con abbondante olio caldo. Lasciateli cuocere a fuoco non troppo alto finché diventeranno dorati e croccanti. Man mano che risultano cotti, appoggiateli su carta assorbente da cucina, infine salate e mescolate con foglioline di alloro. Si possono servire anche tiepidi. Se li volete marinare, dopo averli fritti, disponeteli in un contenitore di vetro e aggiungete l'aceto e le foglie di alloro.
ACCORGIMENTI
Se decidete di acquistarli vivi, puliteli dalla loro lima con un canovaccio strofinandoli, poi tagliate la testa ed eviscerateli, risciacquateli e tagliateli a pezzi di circa 10 centimetri. Dopo la marinatura potete conservare il capitone per 4-5 giorni in luogo fresco o in frigo. In moltissime ricette usano infarinare il capitone prima di friggerlo, io lo preferisco al naturale. Non è operazione facile afferrarlo e ammazzarlo visto che, anche se tagliato a pezzi, continua a muoversi, per questo motivo è meglio affidare questo compito al pescivendolo.
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